Oggi i prodotti a base di soia sono comuni in Svizzera, ma non è sempre stato così.
Nel 1977, Swissoja è stata fondata da un visionario che si è innamorato del tofu e delle sue straordinarie proprietà nutrizionali. Da allora, la sua missione è stata quella di far conoscere alla Svizzera le infinite possibilità della soia, il che ha portato alla gamma di prodotti che Swissoja offre oggi, tra cui tofu biologico 100% svizzero, bevande alla soia, hamburger e molto altro ancora.
Unisciti a noi per una chiacchierata con Aurelia Studer, Responsabile Marketing di Swissoja. Aurelia ci ha parlato delle sfide che comporta la gestione di un’azienda svizzera di soia impegnata nella produzione locale, della filosofia dell’azienda e ha dato preziosi consigli a chi aspira a intraprendere progetti imprenditoriali.
Swissoja è stata fondata nel 1977, in un’epoca in cui i prodotti a base di soia come il tofu non erano ancora molto diffusi in Svizzera. Cosa vi ha spinto a fondare questa azienda?
Dopo un viaggio in Asia, il nostro fondatore fu conquistato dal tofu e dal suo eccezionale valore nutrizionale e decise di fondare la sua azienda, inizialmente chiamata La Maison du Tofu, per promuovere questo prodotto in Europa.
Voleva impegnarsi per un’alimentazione sana e rispettosa dell’ambiente e delle persone. Questa filosofia, all’epoca rivoluzionaria, è rimasta inalterata e da allora fa parte della missione di Swissoja.
Qual è stato l’aspetto più difficile del percorso di Swissoja fino ad oggi?
Lavoriamo da molti anni con il settore della ristorazione (ospedali, scuole, grossisti, ristoranti aziendali, ecc.). D’altra parte, la nostra sfida più grande è quella di essere conosciuti e riconosciuti dalla grande distribuzione, in modo che ci diano un posto nei loro scaffali e che noi possiamo promuovere il nostro know-how locale e conquistare il cuore del pubblico.
Vogliamo avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente utilizzando solo soia biologica e locale, lavorando le nostre materie prime il meno possibile e senza aggiungere conservanti o esaltatori di sapidità, in modo da poter offrire ai consumatori un prodotto finito della massima qualità possibile.
In effetti, la mancanza di riconoscimento si fa sentire anche quando si tratta di raccogliere i fondi necessari per finanziare la nostra crescita, perché se non si è distribuiti a livello nazionale dai giganti dell’arancia, è difficile ottenere il sostegno di potenziali partner finanziari.
Potresti spiegarci la filosofia che sta alla base dei vostri prodotti e la missione della vostra azienda?
Vogliamo avere un impatto positivo sulla società e sull’ambiente utilizzando solo soia biologica e locale, lavorando le nostre materie prime il meno possibile e senza aggiungere conservanti o esaltatori di sapidità, in modo da poter offrire ai consumatori un prodotto finito della massima qualità possibile.
La nostra missione è infatti quella di “creare e promuovere alimenti sani a base di soia biologica svizzera”.
Oltre all’aspetto salutistico, ci impegniamo costantemente per migliorare la nostra impronta ecologica attraverso numerosi progetti come la riduzione e il riutilizzo dei rifiuti e l’efficienza energetica. La sostenibilità è al centro delle nostre priorità.
In che modo la missione di Swissoja si allinea con la pressante necessità di un’economia e di un futuro più sostenibili?
Innanzitutto, la nostra scelta di promuovere un’alimentazione 100% vegetale ci permette di avere un’influenza positiva sulla causa principale dei gas serra: il cibo. Offrendo ai consumatori una fonte alternativa di proteine di qualità, diamo loro l’opportunità di partecipare al cambiamento e di avere un impatto diretto sul problema del riscaldamento globale.
A nostro avviso, dobbiamo prenderci cura di questa ricchezza e contribuire al suo sviluppo, perché pensiamo che sia la cosa giusta da fare ora e per le generazioni future, senza aspettarci alcun ritorno monetario immediato.
In secondo luogo, utilizzando solo soia biologica e svizzera, oltre al know-how locale, promuoviamo le filiere corte e riduciamo la creazione di C02 legata al trasporto. Stiamo valorizzando il lavoro dei nostri agricoltori e contribuendo a promuovere l’economia locale.
Che consiglio darebbe alle giovani aziende che vogliono avere un impatto significativo?
Prima di tutto, consigliamo loro di definire una strategia chiara per capire quale sia la questione sociale su cui vogliono avere un impatto e in che modo. Poi, dovrebbero fare il punto della situazione attuale e creare un sistema per misurare l’impatto delle loro azioni.
Infine, consigliamo di sfidare se stessi ad andare sempre oltre, trovando nuove misure e non accontentandosi dello status quo, con l’obiettivo di aumentare costantemente il valore aggiunto creato per la società e l’ambiente.
Come definisce la “ricchezza oltre il denaro”? Cosa significa per lei questo concetto?
Si riferisce a quegli aspetti della società che contribuiscono al benessere ed a cui non possiamo attribuire un valore economico, come la biodiversità o le relazioni umane, ma che rappresentano una grande ricchezza per tutti.
A nostro avviso, dobbiamo prenderci cura di questa ricchezza e contribuire al suo sviluppo, perché pensiamo che sia la cosa giusta da fare ora e per le generazioni future, senza aspettarci alcun ritorno monetario immediato.
Grazie, Aurélia!
Visita il sito web di Swissoja e scopri di più sulla sua storia e sui suoi prodotti. E se vuoi conoscere l’impatto della tua dieta sull’impronta di carbonio, ti consigliamo il nostro articolo “Cibo sostenibile: Guida all’acquisto di cibo stagionale e regionale“.
